domenica 28 novembre 2010

L'ultimo dominatore dell'aria (2010)


Genere
 avventura, fantastico
 Regia
 M. Night Shyamalan
 Soggetto
 Michael Dante DiMartino, Bryan Konietzko
 Sceneggiatura
 M. Night Shyamalan
 Produttore
 M. Night Shyamalan, Frank Marshall, Sam Mercer

Interpreti e personaggi:

Noah Ringer: Aang
Nicola Peltz: Katara
Jackson Rathbone: Sokka
Dev Patel: Zuko
Aasif Mandvi: Comandante Zhao
Shaun Toub: Iroh
Cliff Curtis: Signore del Fuoco Ozai
Seychelle Gabriel: Principessa Yue
Jessica Andres: Suki
Summer Bishil: Azula



Scrivo questa recensione per evitare ad altri  di perdere tempo con questo film..
Primo film (speriamo anche l'ultimo) di una trilogia basata sulla serie animata statunitense Avatar - La leggenda di Aang.
-Poco da dire.. Brutto assurdo inconclusivo...il buon Shyamalan ultimamente non ne imbrocca più una...direi dai tempi de "Il Sesto Senso" (per "Lady in the Water" non mi esprimo non avendolo ancora visto...anche se molti l'hanno trovato carino).

Questi i giudizi della critica Italiana:

 Maurizio Acerbi, Il Giornale: « Lanciamo un appello: evitate che M. Night Shyamalan ci strazi ancora con altri due capitoli di questa annunciata trilogia. Se proprio, affidateli a qualcun altro; perché ci è bastato oltre misura questo primo noiosissimo e sconnesso adattamento della bella serie a cartoon Avatar – La leggenda di Aang, trasmessa su Nickelodeon, per confermare come il regista indiano abbia smarrito da tempo il suo «sesto senso». Certo, non lo aiutano quel 3D riconvertito e l’inesperto (ma incolpevole) protagonista. »

 
Boris Sollazzo, Liberazione: « L’ultimo dominatore dell’aria non ha la minima capacità di intrattenimento, ha solo accenni delle grandi capacità di regia del suo autore, che a volte sembra persino distratto e sciatto, non sa dove andare né cosa guardare per almeno tre quarti del film. La ricerca dell’Avatar, i quattro mondi, un’unica slabbrata battaglia campale si rincorrono con compassata indifferenza di chi guarda e tende a dimenticare chi o cosa sia importante nell’economia della storia. A questo va aggiunto un 3D pleonastico e spesso fuori luogo, frutto di una riconversione volta a seguire la moda imperante dell’ultimo anno. Al regista indo-statunitense, se queste sono le premesse, auguriamo che non ci siano altri capitoli e che possa ritrovarsi con una storia delle sue. Sempre che ne abbia ancora, e che il suo non sia un declino irreversibile. »

Roberto Nespoti, La Repubblica: « Trasformando una serie animata in un blockbuster a effetti speciali (e accettando la dittatura del 3D), Shyamalan ha compromesso la fama di regista di culto che si era conquistata a partire dal Il sesto senso: stampa americana e fan della serie lo hanno linciato. Non del tutto a torto. La storia del riluttante eroe-bambino fatica a conciliare le ossessioni del regista con un universo di cartapesta, la spiritualità con i pupazzoni di animali volanti da heroic-fantasy. »


Maurizio Ciotta, Il Manifesto: « Shyamalan è passato dai suoi film paranormali, tutti giocati su un progressivo slittamento del reale nell’impossibile, al kolossal su misura del Signori degli anelli. Ma la storia del bambino Aang, l’ultimo superstite della stirpe dei Nomadi dell’aria, Avatar, pura essenza del cosmo, capace di dominare i quattro elementi, è una favola déjà vu, e più che evocare il fumettistico Unbreakable ricorre all’armamentario mistico-integralista di Narnia... Nessun detour emozionale spezza la monotonia delle immagini, sfigurate da un 3D posticcio (la Paramount ha riconvertito il film in post-produzione)... L’ultimo dominatore dell’aria è un disastro produttivo, un innesto non riuscito tra il visionario cacciatore di spettri e i piani milionari degli executives. »


Se puo' interessare, giusto per curiosità, copio la trama:
- In un mondo dove gli elementi aria, acqua, terra e fuoco possono essere controllati da individui noti come dominatori, vi sono quattro partizioni geografiche, ognuna delle quali corrisponde ad uno dei quattro elementi. La Nazione del Fuoco dichiara guerra alle altre per cercare di prenderne il controllo e il conflitto si protrae nel tempo. L'unica speranza di porre fine a questa guerra è riposta in un giovane ragazzo di nome Aang (Noah Ringer). Aang è l'ultimo dominatore dell'aria, l'unico superstite della stirpe dei Nomadi dell'Aria, è l'Avatar: l'Avatar è un essere umano (reincarnazione di tutti i precedenti Avatar) che racchiude in sé l'essenza del cosmo, con l'abilità di controllare tutti e quattro gli elementi. Aiutato da una giovane dominatrice dell'acqua di nome Katara (Nicola Peltz) e da suo fratello Sokka (Jackson Rathbone), Aang intraprende il suo viaggio per cercare di riportare la pace tra i regni in guerra. I ragazzi troveranno sul loro cammino un ambizioso ammiraglio della Nazione del Fuoco, Zhao (Aasif Mandvi) e il principe Zuko (Dev Patel), esiliato dalla Nazione del Fuoco, in cerca di Aang per catturarlo e riguadagnare l'onore perduto.



martedì 23 novembre 2010

The Departed (2006)

Genere thriller, drammatico

Regia Martin Scorsese
Soggetto Siu Fai Mak, Felix Chong
Sceneggiatura William Monahan
Produttore Graham King

Interpreti e personaggi:

Leonardo DiCaprio: Billy Costigan
Matt Damon: Colin Sullivan
Jack Nicholson: Frank Costello
Mark Wahlberg: Dignam
Martin Sheen: Oliver Queenan
Ray Winstone: Mr. French
Vera Farmiga: Madolyn
Anthony Anderson: Brown
Alec Baldwin: Ellerby
Kevin Corrigan: Cugino Sean
James Badge Dale: Barrigan
David O'Hara: Fitzy
Mark Rolston: Delahunt
Robert Wahlberg: Lazlo
Kristen Dalton: Gwen
Olga Tedeschin: Avelin
Liza Fusty: Kathline

Martin Scorsese ci racconta la storia dell'infiltrato Billy (Leonardo DiCaprio), dell'agente Colin (Matt Damon)e del boss Costello (Jack Nicholson), tra doppiezze e ambiguità, in un intricato intreccio in cui non è facile trovare chi sono realmente i buoni e i cattivi.

Un ottimo film, con un cast stellare, in cui giganteggiano uno stratosferico Jack Nicholson e un ottimo Leonardo DiCaprio.

Unica nota stonata è la violenza a mio avviso a tratti esagerata.
Il finale è quanto non ci si aspetta\si vorrebbe (forse il film andava concluso prima).

Note: È un remake del film di Hong Kong Infernal Affairs. La sceneggiatura di The Departed venne scritta da William Monahan, che la basò su quella che Felix Chong e Siu Fai Mak avevano steso per Infernal Affairs.

Premi: The Departed ha ricevuto sei nomination al Golden Globe inclusi "miglior film drammatico", "miglior regista" a Martin Scorsese, "miglior attore" a Leonardo DiCaprio, "miglior attore non protagonista" a Jack Nicholson e Mark Wahlberg e "miglior sceneggiatura non originale" a William Monahan, vincendo il premio come "miglior regista" a Martin Scorsese.
Ha vinto inoltre 4 Oscar come "miglior film", "miglior regista", "migliore sceneggiatura non originale" e "miglior montaggio", più la nomination a Mark Wahlberg come "miglior attore non protagonista".

sabato 20 novembre 2010

The Rocker - la leggenda del batterista nudo (2008)

Genere commedia

Regia Peter Cattaneo
Soggetto Maya Forbes, Wally Wolodarsky, Ryan Jaffe
Sceneggiatura Maya Forbes, Wally Wolodarsky, Ryan Jaffe
Produttore Stephen R. Campanella, Shawn Levy, Lyn Lucibello, Tom McNulty
Musiche Christopher Faizi

Interpreti e personaggi:

Rainn Wilson: Robert 'Fish' Fishman
Christina Applegate: Kim Powell
Josh Gad: Matt Gadman
Teddy Geiger: Curtis Powell
Emma Stone: Amelia Stone
Will Arnett: Lex
Fred Armisen: Wayne Kerr
Howard Hesseman: Nev Gator
Lonny Ross: Timmy Sticks
Jason Sudeikis: David Marshall
Bradley Cooper: Trash Grice
Jon Glaser: Billy Ault
Jane Lynch: Lisa Gadman
Jeff Garlin: Stan Gadman


 
Il tema su cui ruota l'intera vicenda è quello della seconda possiblità.
Protagonista della storia è il batterista Robert 'Fish' Fishman.

Trama in breve: Dopo esser stato scaricato  dalla band dei Vesuvius, cerca la sua occasione di riscatto aiutando la band del nipote Matt.

C'è poco da dire: Secondo me il più bel film comico uscito negli ultimi tempi. Davvero un film fantastico!




Note:

-La storia ha un rimando alla realtà nel cameo di Pete Best, batterista nei Beatles dal ’60 al ’62, allorquando venne licenziato dal loro manager proprio a poca distanza dall’uscita dei due singoli che avviarono i Fab Four sulla via della leggenda. Abbandonata la musica per circa un ventennio, Best lavorò nel pubblico impiego e cadde in una profonda depressione che lo portò al tentato suicidio. Tornato a suonare, registrò un disco con una band e a settembre 2008 è prevista la pubblicazione del suo album di debutto da solista, a 67 anni.

Giù al nord Vs. Benvenuti al Sud

Francamente dire quale sia il migliore è davvero un'impresa.
Secondo me sono da vedere entrambi.

Chiariamoci, sono praticamente identici, in tutto e per tutto, ma la bravura dei vari attori, l'ambientarle in 2 realtà così divesificate, Bergues nel Nord-Pas de Calais e Castellabate in provincia di Salerno, li rende originali.
.

Personalmente ho visto prima quello francese e malgrado la mia riluttanza per il cinema francese, ne sono rimasto colpito. Certo non un capolavoro, ma il film scorre bene, fa ridere e alla fine ti lascia soddisfatto.


Quando ho visto poi quello italiano sono rimasto, anche in questo caso, impressionato.
Bisio è sempre bravissimo, Angela Finocchiaro e Alessandro Siani azzeccati per la parte.
Il film è stato reinventato e sono stati davvero bravi,  pur non stravolgendo la trama, ad adattare il film francese alla realtà italiana giocando sulla diverità tra nord e sud: dalle "rondinelle", alle code in autostrada, ai diversi modi di mangiare, all'usare gli stereotipi nord\sud (come i rifiuti per le strade, la nebbia...).


In Benvenuti al Sud appare come cameo anche Dany Boon, che nel film francese oltre a interpretare il postino, cura anche la regia la sceneggiatura e ne cura il soggetto.


Contrapponendo i due protagonisti del film: Dany Bloom secondo me è molto bravo e secondo me è meglio di  Alessandro Siani- Kad Merad sicuramente meno esuberante del poliedrico Bisio, se la cava  cmq egregiamente. 

sabato 13 novembre 2010

Banlieue 13 (2004)

Genere: Azione

RegiaPierre Morel
SceneggiaturaLuc Besson, Bibi Naceri
ProduttoreLuc Besson, Bernard Grenet

Interpreti e personaggi:

David Belle: Leïto
Cyril Raffaelli: Damien Tomaso
Larbi Naceri: Taha Bemamud
Tony D'Amario: K2
Dany Verissimo: Lola
François Chattot: Krüger
Nicolas Woirion: Corsini
Patrick Olivier: Colonnello
Samir Guesmi: Jamel

Parigi del 2013: Banlieue 13 è una città ghetto dove la legge non ha valore e le regole sono dettate dai più forti.
Damien, agente speciale della polizia francese si serve dell'aiuto di Leïto per indagare sulla sparizione di un'arma per la distruzione di massa.
 
-Spettacolari inseguimenti acrobatici parkour e free running, in sequenze girate senza stuntman, fili sospensi o computer grafica.
-Un film scorrevole: Tanta azione, splendidi combattimenti e acrobazie, il tutto avvalorato da riprese ben curate e coinvolgenti...da vedere!



Nel 2009  è stato girato il seguito, Banlieue 13 Ultimatum:
Un film piacevole che però non tocca gli apici del primo, sia per le scene che per la trama.
#Note:
Il protagonista David Belle è il fondatore del parkour.
« Per capire cosa è il Parkour si deve pensare alla differenza che c'è tra quello che è utile e quello che non è utile in eventuali situazioni di emergenza. Solo allora potrai capire ciò che è Parkour e ciò che non lo è »
 (David Belle)

Cos'è il  Parkour :     http://it.wikipedia.org/wiki/Parkour
 

End of days (Giorni contati) (1999)

Genere: horror, fantasy

Regia Peter Hyams
Sceneggiatura Andrew W. Marlowe
Fotografia Peter Hyams
Montaggio Jeff Gullo, Steven Kemper
Musiche John Debney

Interpreti e personaggi:
Arnold Schwarzenegger: Jericho Cane
Robin Tunney: Christine York
Gabriel Byrne: Satana
Rod Steiger: Padre Kovak
Kevin Pollak: Bobby Chicago
CCH Pounder: Detective Margie Francis
Derrick O'Connor: Thomas Aquinas
Miriam Margolyes: Mabel
Udo Kier: Head Priest

Non sarà certamente la trama più originale del mondo (Satana torna a New York per reincarnarsi), ma quando a recitare ci sono due bravissimi attori come Gabriel Byrne e Arnold Schwarzenegger e a curare gli effetti speciali e l´animazione c'è un certo Stan Winston (vincitore di molti premi Oscar per gli effetti speciali e per il trucco di film come "Aliens", "Terminator 2: Il Giorno del Giudizio") il film non può uscire male.

Altri punti favorevoli sono la solida regia e una raffinata fotografia.

Secondo me  è un film da vedere.
(Da ricordare l'ottima prova di Gabriel Byrne, sempre oscuro, elegante, magnetico).

giovedì 11 novembre 2010

The Prestige (2006)

Genere drammatico, fantascienza


Regia Christopher Nolan
Soggetto Christopher Priest (romanzo)
Sceneggiatura Jonathan Nolan, Christopher Nolan
Produttore Emma Thomas, Aaron Ryder, Christopher Nolan


Interpreti e personaggi
Hugh Jackman: Robert Angier / Gerald Root
Christian Bale: Alfred Borden
Michael Caine: Mr. Cutter
Piper Perabo: Julia McCullough
Rebecca Hall: Sarah
Scarlett Johansson: Olivia Wenscombe
David Bowie: Nikola Tesla
Andy Serkis: Mr. Alley

Il film viene visto come una grande magia e come ogni illusione che si rispetti è composta di 3 atti: la promessa, la svolta e il prestigio.

Tratto dall'omonimo romanzo di Christopher Priest , purtroppo inedito in Italia, narra le vicende di due maghi:  Robert Angier e Alfred Borden.
I due entrano in una competizione a metà fra professionalità e ossessione, cercando di carpirsi i segreti e di distruggersi a vicenda.

La scrittura della sceneggiatura è stata una lunga collaborazione dei fratelli Nolan e ha richiesto un periodo di cinque anni.

Come al solito Nolan riesce a ricreare quel mix magico che rende i suoi film sempre unici.
Ci ritroviamo a tifare prima per l'uno e poi per l'altro mago...a commuoverci, a indignarci, ad incantarci...sino ad arrivare al finale a sorpresa che chiude il cerchio.

Tutto è perfetto: trama, regia, costumi, musiche, narrazione e attori...
...che dire poi dei personaggi che gravitano intorno ai due protagonisti... c'è il carismatico Michael Caine, l'ipnotico David Bowie nei panni dello scienziato Nikola Tesla (http://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla), l'intigante Scarlett Johansson...

....in breve... un film da vedere assolutamente.


#Particolari: Nei titoli di coda appare un ringraziamento a David Copperfield.

Inception: Teorie sul finale


Astenersi coloro che ancora non hanno avuto modo di vedere Inception.

Qui di seguito riporterò molte tesi sul finale del film, prese da svariati siti... a Voi la scelta (per quanto mi riguarda dal primo momento ho optato x il "reale")!

"Il Totem di Cobb cadrà, oppure continuerà a girare all’infinito?"

Altri dubbi:
I bambini: sembrano avere la stessa età nel finale e nei sogni di Cobb
La telefonata: Saito davvero ha talmente tanto potere da piegare la legge alla sua volontà?
La trottola: se è il totem di Mal, non dovrebbe funzionare per Cobb
Il limbo: quando Cobb scende dal terzo livello per recuperare Fischer, va nel limbo o in un quarto livello?

Possibili risposte:

Secondo Michael Caine, il quale, fuggendo qualsivoglia ambiguità, ha inteso dirimere la questione inerente a quell’ultimissima sequenza. E sapete a quante parole si riduce il tutto?
… è reale, perché io non sono mai nel sogno.

Pareri da internet:

-il totem comincia a vacillare mentre nei sogni aveva una rotazione talmente perfetta da apparire subito quasi irreale…
-I bambini sono vestiti uguali ma indossano scarpe diverse
-Per la questione dell’anello: è una osservazione che mi ha colpito molto e anche a me era balzata alla mente l’idea che fosse il vero totem di Cobb: anche perché non può essere un caso che sia presente in alcune scene ed in altre no, è chiaramente una scelta precisa. E cmq nella scena in cui incontra Saito anziano, l’anello ce lo ha ancora, ed ha già detto addio alla moglie, ha già accettato una vita senza di lei. Quindi è significativo, per me, che da quando si ritrova sull’aereo in poi non lo abbia più.
-Per quanto riguarda i bambini, a me erano parsi identici in tutte le scene precedenti e a dir la verità pure nella scena finale- Quindi vedere nei credits 4 attori per interpretarli, di cui due di due anni più grandi dei precedenti potrebbe indicare che quelli della scena finale erano effettivamente diversi.

Screenrant.com tenta di spiegare tutti i punti che potrebbero suggerire un finale non reale. Cobb e Saito tornano dal limbo, l’ambiguità della sequenza finale (dal risveglio in poi) è il colpo di genio di Nolan, ma tutto si spiega. In particolare, i bambini sembrano gli stessi, ma non lo sono, infatti nei credits ci sono due coppie di attori che li interpretano (a 3 e 5 anni). Saito può comprare una linea aerea in pochi giorni, non sembra così inverosimile che possa anche far decadere le accuse contro Cobb con un colpo di telefono (è pur sempre anche un film di fantascienza). Riguardo alla trottola, è vero che è il totem di Mal, ma è anche vero che essendo morta Mal, solo Cobb può sapere come funziona, ammesso che sia quello il suo totem. Un altro elemento che fa propendere Screenrant per la tesi “reale” è la fede di Cobb: la indossa nei sogni e non nella realtà, e nel finale, appunto, non ce l’ha. In molti, infatti, sostengono che sia quello il vero totem di Cobb e che la trottola sia l’ennesimo vicolo cieco in cui Nolan caccia il pubblico.

UStandOut.com è uno dei siti che appunto fa riferimento all’anello come vero totem (almeno per il pubblico)
per distinguere la realtà dalla fantasia, e liquida la questione dei bambini ricordando che mai, nel film, si sa quanto tempo sia passato da quando Cobb è scappato dagli Stati Uniti.
Inoltre, il sito fornisce un interessante grafico esplicativo dei vari livelli del sogno (sotto, nell’immagine), e abbraccia la teoria che il confronto tra Cobb e Mal non avvenga nel limbo ma in un quarto livello del sogno e che poi Cobb scenda ulteriormente a cercare Saito nel limbo. Sembra un dettaglio, ma è uno dei punti più dibattuti (ovvero, meno chiari) del film: a quel punto, è evidente che la confusione tra realtà, sogno e limbo è voluta da Nolan per preparare il finale e per suggerire che, forse, neanche Cobb riesce davvero a distinguere l’una dalle altre.
-
In sintesi, per accettare il lieto fine, bisogna fare un atto di fede: la trottola cade, i bambini sono diversi da quelli del sogno (sono cresciuti), Saito è sufficientemente potente da scagionare Cobb, la sequenza sull’aereo è la realtà. Oppure, bisogna fidarsi di Michael Caine.
Dopo aver visto le teorie a supporto del “lieto fine” di Inception, secondo cui Cobb alla fine torna alla realtà, ecco le tesi più interessanti secondo cui il finale è ancora un sogno. E’ interessante il fatto che, una volta messa in discussione la realtà della sequenza finale, è praticamente immediato ipotizzare che anche tutto il resto del film potrebbe non essere quello che sembra.

ReelMovieNews torna sul taglio finale della trottola. Che stia per cadere o no, quanto tempo passa a girare da quando Cobb la fa partire a quando l’inquadratura torna su di essa? Fin troppo per essere reale, visto che in precedenza, si vede cadere piuttosto in fretta. Questo porta a supporre che Cobb sia rimasto nel limbo e che la sequenza del suo risveglio faccia in realtà parte di un ulteriore mondo che la sua mente ha creato per darsi, finalmente, pace.
Più interessante, però, pensare allora che l’intero film sia un prodotto della mente di Cobb, come sostiene anche questo blog su Moviefone. Il modo in cui gli elementi del suo subconscio – e solo del suo - influenzano il mondo dei sogni – che in teoria sono di altri –  lascia intendere che sia la mente di Cobb il teatro della scena. Che tutto il film sia il racconto, in realtà, di un elaboratissimo innesto fatto a Cobb (dal suocero? da Mal?) stesso per liberarlo dal suo senso di colpa o risvegliarlo dal limbo. Questo spiegherebbe anche il ruolo di Arianna, troppo brava per essere una principiante, troppo invadente per non avere un secondo fine, quello cioè di far uscire Cobb dal suo labirinto.
Certamente, ripensare Inception in quest’ottica è sconvolgente. Da questo punto di vista, il totem potrebbe essere un elemento ingannevole, un falso, perché prodotto anch’esso dalla mente di Cobb, quindi per nulla indicativo di cosa sia reale e cosa non lo sia.
L’alternativa è che Cobb sia perso definitivamente nel limbo e che, liberato dal senso di colpa, ma incapace di distinguere realtà e sogno, abbia creato un mondo in cui è libero di riabbracciare i propri figli (il simbolo della sua liberazione interiore è il decadimento delle accuse nei suoi confronti, così come il senso di colpa che lo perseguitava era rappresentato dal suo stato di ricercato, anche quello parte del suo sogno). Evidentemente, che la trottola si arresti o meno, non ha più importanza, il cammino emotivo del personaggio di Cobb è concluso.

Slate.com riassume tutte le possibili teorie: se tutto il film è esattamente quello che sembra, ci sono due possibilità, che Cobb torni a casa o che stia ancora sognando, ma solo il finale non sarebbe reale. Se invece Cobb è il target dell’innesto, allora almeno parte delle scene “nel mondo reale” dovrebbero essere sogni di Cobb, l’idea da impiantare nella mente di Cobb è quella di lasciar andare Mal, il finale è reale e l’innesto è riuscito. Oppure, è tutto un sogno, finale compreso.
Oppure, interpretazione metafilmica: tutto Inception è una metafora del fare film: il pubblico è il target, l’innesto è il film stesso, il regista crea il mondo dei sogni e noi, immersi in esso, lo popoliamo con le nostre percezioni. Alla fine, probabilmente, che Cobb sia sveglio o meno importa relativamente. Nolan ci ha raccontato un’altra grande storia e ci ha mostrato anche come si racconta una grande storia, svelandoci come in un making of, cosa deve accadere nella nostra mente perchè essa sia trasportata altrove in maniera convincente, quanto un film deve scavare perchè tocchi la nostra sfera emotiva e quella razionale, perchè non ci abbandoni neanche quando le luci si riaccendono.


----------------Aggiornamento "Settembre 2012"-------------------:

“Inception”: il finale spiegato da Michael Caine
.
Durante un programma radiofonico in BBC per presentare la sua autobiografia, Michael Caine si è lasciato sfuggire la spiegazione su quello che avrebbe dovuto rimanere un piccolo puzzle a beneficio degli spettatori, dichiarando che la trottola in effetti alla fine cade, e in quel momento la camera torna su di lui: “ se sono lì è ovvio che sia realtà, perché non ho mai fatto parte del sogno. Sono colui che ha inventato il sogno”.








martedì 9 novembre 2010

Equilibrium (2002)

Genere fantascienza

Regia Kurt Wimmer
Soggetto Kurt Wimmer
Sceneggiatura Kurt Wimmer
Fotografia Dion Beebe
Montaggio Tom Rolf, William Yeh
Effetti speciali Uli Nefzer
Musiche Klaus Badelt
Scenografia Wolf Kroeger

Interpreti e personaggi:
Christian Bale: John Preston
Sean Bean: Partridge
Taye Diggs: Brandt
Dominic Purcell: Seamus
Emily Watson: Mary O'Brien
John Keogh: Chemist
Sean Pertwee: Padre
William Fichtner: Jurgen
Angus Macfadyen: Dupont
Matthew Harbour: Robbie Preston
Emily Siewert: Lisa Preston
Maria Pia Calzone: moglie di Preston
Francesco Cabras: Capo dei ribelli

In un futuro post-atomico un dittatore chiamato "Il Padre" per cancellare ogni violenza e guerra decide di far assumere ad ogni cittadino il Prozium un farmaco che inibisce le emozioni.
Tutori dell' ordine sono i Cleric del Tetragrammaton un corpo scelto di polizia che in modo autoritario  applica la pena capitale e cancella bruciando ogni oggetto del passato (quadri, libri, dischi...).
Ma la ribellione cova sotto la cenere...

Protagonista è il Cleric John Preston, magnificamente interpretato da Christian Bale!
Equilibrium è uno dei miei film preferiti.
Bravissimi attori, bella trama, belle musiche, bella fotografia...il finale poi...
-Da ricordare, tra le molte scene, il conclusivo ("lunghissimo :) ?")  scontro tra Brandt e Preston...
... insomma trovare difetti a questo grandissimo film è difficile.

#Curiosità:
-Gli esterni sono stati girati quasi interamente nello Olympiastadion di Berlino, inaugurato nel 1936 da Adolf Hitler per la XI Olimpiade, e all'EUR[1], il quartiere edificato da Benito Mussolini.
-Nella parte iniziale del film, sullo sfondo del quartier generale dei Cleric, si vede brevemente una statua che sorregge una riproduzione del globo terrestre, ma dai continenti deformati. La causa è probabilmente dovuta alle terribili guerre antecedenti la storia. Infatti si può notare che il continente Nord Americano sia per metà sott'acqua con la Baia di Hudson che occupa gran parte della zona centrale del continente, mentre il Sud America è letteralmente slittato a Nord-Est rispetto al normale; infine si nota che l'Africa ha perso una buona fetta della parte occidentale e centrale a favore dell'oceano. Per quanto riguarda l'Europa, l'Inghilterra, l'Islanda e la Scandinavia risultano devastate mentre la Groenlandia è completamente scomparsa.

lunedì 8 novembre 2010

Kyle XY: "Come sarebbe finito?"

ABC Family: Nell’ultimo episodio, Jessi a detto di essere “rotta”. Lei è veramente “rotta” o era destinata ad essere un assassino?
Julie: Jessi è davvero “rotta”. Uno dei grandi temi che sentivamo Fosse importante esplorare nel programma era l’idea della natura contro l’allevamento. In quel contesto, avevano Kyle e Jessi entrambi la stessa opportunità quando sono “nati” e sono state le circostanze a decidere chi infine Fosse “buono”? O c’è qualche elemento più spirituale collegato a entrambi i personaggi — in questo caso Kyle è davvero uno spirito puro e Jessi uno spirito oscuro? Questa è una domanda che noi avremmo continuato ad esplorare durante tutta la vita della serie — guardando la povera Jessi sforzarsi per essere buona come Kyle… e guardando in Kyle l’esperienza di vita e le dure realtà del mondo come le conosciamo noi che hanno infiltrato la sua buona, pura anima.
Ma in nessun modo Jessi è mai stata destinata ad essere cattiva dalla nascita. Latnok, in tutti i loro sforzi fuorviati, davvero credeva che volessero rendere il mondo migliore. Avevano semplicemente un modo particolare di farlo.
In molti casi Jessi non ha mai avuto l’opportunità. Sua mamma aveva problemi psicologici. Il suo ingresso nel mondo fu devastante. E i suoi primi giorni, prima che Madacorp la piantasse in una vita di ricordi, erano stati freddi e austeri. Ma nel profondo giace una ragazza vulnerabile — come qualsiasi umano — che voleva solo essere amata incondizionatamente.

ABC: Cosa stava per accadere con tutti quei cloni? Un esercito di eroi gentili, carini, salutari, responsabili fa un buon effetto, ma ci stiamo chiedendo se ci Fossero altre motivazioni più oscure.
Julie: Man mano che vedevamo la serie con personaggi come Brian Taylor, il professor Kern e Ballantine, certi programmi individuali possono corrompere l’obbiettivo comune di un’istituzione. Mentre noi pensiamo che il “mondo vecchio” Latnok aveva buone intenzioni, nel momento in cui metti quel maggior potere (giocando ad essere Dio) nelle mani di qualcun altro, le cose possono terribilmente andare storte. C’è una fazione all’interno dei Latnok, diretta dalla madre genetica di Kyle, che intendeva vendere i cloni di Kyle al maggior offerente — usando il vero Kyle come un esempio di quanto stupendo potesse essere il loro esperimento. Nonostante Kyle avesse distrutto con successo la formula, è salvata ancora nella sua testa come risultato dell’informazione che ha caricato dalla Zyzzx mentre era ancora nella capsula. Come Cassidy dichiarò, non si sarebbe fermato davanti a niente pur di riavere quelle informazioni. La prossima stagione sarebbe evoluta mettendo Nicole e Jessi in una situazione in cui, per salvare la vita di Kyle, danno a Cassidy quello che vuole. Ma non avrebbero mai potuto dire a Kyle quello che hanno fatto, cosi sarebbero state legate dal segreto che dovevano nascondergli.
ABC: Alla fine della serie, Kyle non era né con Jessi né con Amanda. Quindi, Kyle sarebbe stato con Jessi o con Amanda? E’ destinato a stare con la sua anima gemella? Sono entrambe la sua anima gemella? Qual è il significato delle farfalle e dell’elettricità?
Julie: Il quesito “con chi starà Kyle” è una domanda a cui rispondiamo con difficoltà, perché secondo la nostra opinione un vero eroe è spesso destinato a rimanere solo. Se il telefilm Fosse durato ancora cinque anni, probabilmente sarebbe andata a finire che Kyle non sarebbe stato con nessuna delle due, sapendo che non poteva portare avanti il suo vero destino di profeta vivendo una normale relazione come qualsiasi altro. Ma nel breve termine, abbiamo assolutamente creduto che la relazione di Kyle e Jessi avrebbe dovuto continuare a svilupparsi. Sarebbe stata complicata, passionale, volubile, e infine autodistruttiva. Appena Amanda avesse avuto l’opportunità di crescere oltre la sua vita riparata — probabilmente quando ha iniziato il college ed è partita in quel viaggio di scoperta personale che ogni giovane adulto intraprende — lei e Kyle si sarebbero riscoperti l’un l’altra dando inizio a una relazione che era più di un’innocente affetto. Ma quando tutto è detto e fatto, Kyle avrebbe intrapreso i viaggi nelle serie successive da solo, si spera in un modo poetico e bello.
ABC: Tom Foss sarebbe sempre stato una parte della vita di Kyle?
Julie: Tom Foss sarebbe sempre rimasto una parte della vita di Kyle, ma i demoni di Tom Foss sono la perdita di sua moglie e di sua figlia. Eventualmente, Kyle avrebbe fatto in modo di aiutare Foss a vivere la vita che lui pensava che non avrebbe più avuto. Kyle avrebbe liberato Foss dalla responsabilità di proteggerlo per assicurargli di poter trovare la felicità. Volevamo passare il compito da Foss a Declan. Declan, sempre cercando una risposta a dove collocarsi nella vita di Kyle, sarebbe andato da Foss a imparare come diventare il suo protettore.
ABC: Il fatto che Cassidy sia il fratello di Kyle è un’enorme rivelazione… ce ne sarebbero state altre di questo tipo? Kyle è imparentato con altri personaggi? Cassidy mentiva semplicemente per salvare la sua vita?
Julie: Cassidy e Kyle condividono la stessa madre genetica. Cassidy non mentiva. Nessun altro è imparentato con altri (per quanto ne so). La relazione alla Davide & Goliath tra Cassidy e Kyle sarebbe stata una buona parte della prossima stagione. Nonostante siano accomunati dallo stesso sangue, sono l’opposto l’uno dell’altro. Ciò ci avrebbe permesso di continuare a esplorare uno dei nostri temi preferiti della serie: cosa definisce “famiglia”?
ABC: Adam è davvero morto o sarebbe comparso di nuovo in un episodio futuro come Foss?
Julie: Adam Baylin sarebbe potuto rimanere in pace. Ma avremmo sempre avuto l’abilità di farlo apparire a Kyle nella sua mente, più di quando lo fece in Lockdown nella seconda stagione.
ABC: Cosa accadrà a Andy e Josh? Rimarranno insieme nonostante lei se ne sia andata e si possano vedere solo sulla webcam (yay Declan!)?
Julie: Josh e Andy avrebbero esplorato le acque pericolose conosciute come “relazioni a distanza”. Avrebbero potuto lasciarsi, tornare insieme, andare nello stesso collage, trasferirsi in altri colleges, rompere di nuovo, tornare insieme di nuovo, frequentare altre persone, e in fine sposarsi e vivere felici per sempre. La relazione di Josh e Andy era la preferita da noi sceneggiatori. Abbiamo davvero pensato al ritorno del cancro di Andy e al fatto che Josh l’avrebbe persa, ma semplicemente non potevamo permetterci di chiudere la porta su Andy, o all’attrice Magda Apanowich (nonostante uscisse per fare Caprica) perché noi amavamo troppo quei due caratteri per dirgli addio.
ABC: E per quanto riguarda Declan e Lori? Continueranno ad essere amici?
Julie: Declan e Lori, che lo crediate o no, finiranno alla fine insieme. Ma prima di questo, Lori se ne sarebbe andata a New York per inseguire una carriera musicale e Declan sarebbe andato con Foss per un soggiorno di preparazione. Dopo alcuni anni di difficili esperienze di vita, Lori sarebbe tornata a Seattle e avrebbe percorso la carriera di sua madre, andando a scuola per studiare psicologia — capendo che è la sua vera vocazione. Declan avrà sempre due priorità — Lory e Kyle. Per i fan di Battlestar Gallactica, lui è il Colonnello Tigh di Admiral Adama.
Declan avrebbe protetto Kyle da Foss e sarebbe stato il suo miglior amico e il più feroce dei suoi protettori. Lori sarebbe stata l’unica donna che avrebbe potuto capirlo, perché si sente anche lei forte allo stesso modo per Kyle.

ABC: Cosa più importante, come finisce?!?!?!
Julie: Come finisce? In termini generali, Kyle parte alla ricerca attraverso il mondo con la sola missione di aiutare la gente. Creando cibo dove la gente muore di fame, inventando risorse di energia che non distruggano l’ambiente, stabilizzando le aree del mondo che sono in guerra, essendo una brava persona — e lasciando che la sua bontà raggiunga gli altri. Chiamatelo Madre Teresa, chiamatelo Bill Clinton, chiamatelo Gandhi — era il destino di Kyle rendere il mondo un posto migliore. E questo perché i Tragers lo hanno preso e amato incondizionatamente, e sarebbe stato capace di farlo anche lui. Come sarebbe finito se avessimo avuto un altro episodio? Vorrei saperlo. Stavamo appena cominciando con tutte le storie ancora da raccontare su Kyle XY.

Ritorno al Futuro


A 25 anni dall'uscita nei cinema di Ritorno al Futuro, il giorno 27 ottobre e solo per quell'unica data, il film è tornato nelle sale!
La pellicola è stata rimasterizzata in digitale e con audio dolby 5.1.
Un appuntamento assolutamente imperdibile per tutti i fan della saga, ma anche per tutte le nuove generazioni.

Alla proiezione a Genova: -Molti avevavo gadget ispirati alla trilogia o abbigliati in omaggio agli attori del film.
Ho visto alcuni con scarpe bianche e piumino senza maniche rigorosamente rosso acceso; una ragazza con la magliaetta di "Incanto sotto il mare"...
Chicca finale era la presenza della DeLorean davanti al cinema, con un sosia del Dott Emmett Brown in tuta antiradiazioni bianca.
A essere sinceri ero titubante all'idea di andare a vedere un film che avrò visto si e no 200 volte, ma col senno di poi  posso dire... che è stato molto bello!
Al cinema c'era un'atmosfera particolare, non è la prima volta che vado a rivedere lo stesso film, ma quando è tutta la sala in questa situazione, la cosa è ben diversa.
Durante la proiezione ogni tanto si sentiva anticipare la battuta, citare i tormentoni del film da "Grande Giove!" a "Pesante!".  Risate nei momenti cult della proiezione e applausi a scena aperta ben 2 volte: quando Biff Tannen viene colpito con un pugno e ai titoli di coda.
Insomma è stata una serata davvero particolare.
Sulle ali dell'entusiasmo ho acquistato anche la raccolta in blu-ray. Audio e video anche in questo caso sono tutta un'altra cosa. Le scene tagliate poi sono davvero forti.
 Robert Zemekis con la trilogia di Ritorno al Futuro ha creato un'opera eterna sempre al passo con i tempi.

TRON (1982)

Prodotto dalla Disney e diretto da Steven Lisberger.
Protagonisti: Jeff Bridges, Bruce Boxleitner, David Warner e Cindy Morgan.


Venerdì scorso in compagnia di 2 amici, in attesa/preparazione a Tron Legacy in 3D, abbiamo rivisto il primo Tron.

Tron è un film del 1982 di genere fantascientifico, all'avanguardia per molti aspetti: uso della computer grafica  (stiamo parlando dell'82!), mondi virtuali e personaggi credibili e tangibili.
Chiaramente risente un po' del tempo... ormai i film del genere sono molto più veloci ed esasperati, con dialoghi e  tempi morti ridotti al minimo... ma cmq secondo me è da conoscere soprattutto pensando al sequel (da cui ci si aspetta molto).

< La pellicola racconta lo scontro di Kevin, Alan e Lora contro il loro capo (arrampicatore sociale senza scrupoli) il Sig. Dillinger, coadiuvato dal megacervellone della ditta, il Master Control Program (MCP).
Tramite un raggio laser sperimentale, Kevin viene digitalizzato in un universo parallelo all'interno del MCP. In questo mondo digitale (composto dai programmi creati all'interno della Compagnia), attraverso dei videogame, gli esseri virtuali combattono senza sosta, giocandosi l'esistenza in base alle sfide proposte dal gioco stesso.
Assistiamo quindi alla lotta tra  i "programmati" capitanati dai 2 "creativi" Flynn (Kevin nel m.reale) e daTron (un programma di Alan), uniti contro un dispotico nemico comune : l'MPC... >

Memorabile la fuga a bordo di motociclette virtuali.

#Note:
< Questo dicembre esce il sequel del film -Tron Legacy-
Trama: Il giovane e ribelle Sam Flynn (Garrett Hedlund) è ossessionato dalla misteriosa scomparsa di suo padre Kevin Flynn (Jeff Bridges), un tempo noto come il più grande esperto sviluppatore di videogiochi del mondo. Indagando su uno strano segnale proveniente da un vecchio videogioco arcade creato dal padre, Sam si ritrova catapultato in un mondo virtuale dove Kevin è rimasto intrappolato per oltre 20 anni. Con l'aiuto dell'impavida guerriera Quorra (Olivia Wilde), padre e figlio s'imbarcano in un pericoloso viaggio attraverso il cyber-universo in cerca della salvezza.



#Curiosità:
-Il termine "Tron" identifica un comando del linguaggio BASIC, contrazione dei termini "TRace ON", impiegato per la ricerca di errori nelle linee di un programma. L'effetto del comando è di mostrare a schermo, in tempo reale, le linee di codice mandate in esecuzione, permettendo di tenerne traccia. Il regista Lisberger affermò tuttavia di non essere a conoscenza di tale istruzione, e che il titolo Tron era più semplicemente derivato dalla contrazione di "elecTRONics".
-All' animazione partecipò anche Tim Burton, all'epoca agli inizi della sua carriera.

giovedì 4 novembre 2010

Chuck (serie televisiva)

Con: Zachary Levi: Chuck Bartowski
Yvonne Strahovski: Sarah Walker
Adam Baldwin: John Casey
Bonita Friedericy: Gen. Diane Beckman
Joshua Gomez: Morgan Grimes
Sarah Lancaster: Dr. Ellie Bartowski
Ryan McPartlin: Devon Woodcomb
Mark Lawrence: Michael "Big Mike" Tucker
Scott Krinsky: Jeffrey "Jeff" Barnes
Vik Sahay: Lester Patel
Julia Ling: Anna Wu
Brandon Routh: Daniel Shaw


Chuck è una serie televisiva action-comedy statunitense, creata da Josh Schwartz e Chris Fedak.
La serie -cito- racconta le vicende di un nerd che riceve da un vecchio amico, un agente della CIA, una e-mail criptata che scarica inconsciamente nel suo cervello tutti i segreti del supercomputer neurale Intersect, costruito da CIA e NSA come database centralizzato.

Secondo me: Telefilm scorrevole senza troppe pretese, con una buona base comica e con il pregio di non essere ripetitivo. Protagonisti azzeccati e ben caratterizzati (primo fra tutti l'amico di Chuck). Da vedere.

Following (1998)


Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan
Con: Jeremy Theobald, Alex Haw, Lucy Russell, John Nolan, Dick Bradsell.

Fatta eccezione per Doodlebug (un bel corto realizzato da Chistopher Nolan), Following rappresenta la sua "opera prima".
E' un film ottimamente realizzato, girato interamente in b/nero, a basso costo, di genere noir, in cui  l'autore pone le basi per il successivo "Memento".
La storia è strutturata "a puzzle" e ritroviamo i temi cari a Nolan come la donna "femme fatale", l´inganno dei ruoli, gli indizi che permettono allo spettatore di ricostruire il tutto....
Il film, in breve, racconta la storia di uno squattrinato scrittore di romanzi  che per trovare ispirazione si mette a pedinare le persone.
La conoscenza di una di queste lo porterà alla catastrofe.

Note: l´autore ha recentemente chiesto che il film (purtroppo ai suoi tempi dai più snobbato) venga riproiettato nelle sale.

Robin Hood (2010)

Un film di Ridley Scott.
Con Russell  Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Mark Strong, Mark Addy.
Ieri sera ho rivisto Robin Hood di Ridley Scott.
Il Film, a mio avviso, nel complesso è buono e (anche se devo ammettere che vederlo al cinema è stato tutta un'altra cosa)  il dvd si difende bene.
 Buona la regia, buona la fotografia, un cast ad hoc con Crowe sopra tutti.
La storia scorre bene e narra le vicende di Robin Hood prima di diventare “principe dei ladri”.

Note stonate del film secondo me sono:
In primis la durata: -148 minuti sono eccessivi. -Lo scontro sulla spiaggia sa troppo di “Sbarco in Normandia” di “Salvate il soldato Ryan”, con una Lady Marion guerriera che guida un gruppo di bambini combattenti. – Il personaggio di Robin Hood è sicuramente ben recitato, ma è inserito all’interno del film senza  la “magia” che rende grande il personaggio di Massimo ne “ Il Gladiatore”.

Curiosità: il film originariamente scritto doveva intitolarsi “Notthingam” ed essere incentrato sullo Sceriffo di Notthingam (sempre interpretato da Russell Crowe). Si vocifera anche di un Robin Hood impersonificato da Christian Bale. Un film completamente diverso quindi, che ruota intorno allo scontro tra un simpatico sceriffo vs. un Robin più brigante che eroe e sul loro triangolo amoroso con Lady Marion.

martedì 2 novembre 2010

I SOLITI SOSPETTI
(THE USUAL SUSPECTS)

 

Regia: Bryan Singer
Soggetto: Bryan Singer, Christopher McQuarrie
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie
Fotografia: Newton Thomas Siegel
Scenografia: Howard Cummings
Montaggio: John Ottman
Musica: John Ottman
Produzione: Bryan Singer, Michael McDonnel
(USA,1995)
Durata: 105'

PERSONAGGI E INTERPRETI
Dean Keaton: Gabriel Byrne
Verbal Kint: Kevin Spacey
Kuyan: Chazz Palminteri
McManus: Stephen Baldwin
Fenster: Benicio Del Toro
Hockney: Kevin Pollack
Kobayashi: Pete Postlethwaite
Edie: Suzy Amis


    
     Chi pensa ancora che il cinema sia un mezzo di espressione che lascia lo spettatore in uno stato di pigra passività deve vedere il film di Bryan Singer. "I Soliti Sospetti" costringe lo spettatore a ragionare, a investigare, a competere con il film, per essere inesorabilmente battuto nel sorprendente finale, grazie ad un'opera di alta ingnegneria drammaturgia.

     Bryan Singer e il suo co-sceneggiatore, Christopher McQuarrie - reduce da un'esperienza in un'agenzia investigativa - trasformano una buona idea di partenza in un infernale meccanismo manipolativo.

     Cinque protagonisti “Soliti Sospetti”, vengono arrestati e sottoposti ad un confronto all'americana, a seguito del sequestro di un camion di munizioni. Tra loro, tutti ex-criminali schedati dalla polizia, spiccano Dean Keaton (Gabriel Byrne), un ex-poliziotto corrotto, che dopo essere scomparso nel nulla facendosi credere morto, sta cercando di rifarsi una vita rispettabile; e Roger Kint detto Verbal (Kevin Spacey), un piccolo truffatore zoppo.
    
     Il film, attraverso una struttura complessa a forma di flash-back, inizia dalla fine- dalla morte di Keaton (per mano di un uomo misterioso di cui non vediamo il volto), per svilupparsi poi attorno al perno su cui ruota tutta la storia- l'interrogatorio di Verbal e la sua ricostruzione dei fatti.

     Uno dei migliori thriller degli anni 90. Ottima la sceneggiatura e gli attori- a partire dai bravissimi Gabriel Byrne e Kevin Spacey (che per questa prova ha vinto l'oscar come miglio attore non protagonista). Una storia che coinvolge dall' inizio alla fine facendoci restare col fiato sospeso fino all' ultimo minuto.