giovedì 8 marzo 2012

This Must Be the Place (2011)


Regia Paolo Sorrentino
Soggetto Paolo Sorrentino
Sceneggiatura Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Produttore Nicola Giuliano, Francesca Cima, Andrea Occhipinti, Michèle Petin, Laurent Petin, Ed Guiney, Andrew Lowe
Produttore esecutivo Ronald M. Bozman
Viola Prestieri
Casa di produzione Medusa Film, Indigo Film, Lucky Red, ARP Sélection, Element Pictures
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Luca Bigazzi
Montaggio Cristiano Travaglioli
Musiche David Byrne, Will Oldham
Scenografia Stefania Cella
Costumi Karen Patch
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Interpreti e personaggi:
Sean Penn: Cheyenne/John Smith
Frances McDormand: Jane
Eve Hewson: Mary
Judd Hirsch: Mordecai Midler
Kerry Condon: Rachel
Harry Dean Stanton: Robert Plath
Joyce Van Patten: Dorothy Shore
Olwen Fouéré: madre di Mary
Shea Whigham: Ernie Ray
Heinz Lieven: Aloise Lange
David Byrne: se stesso
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Doppiatori italiani:
Massimo Rossi: Cheyenne
Antonella Giannini: Jane
Letizia Ciampa: Mary
Stefano De Sando: Mordecai Midler
Myriam Catania: Rachel
Carlo Valli: Robert Plath
Giuliana Lojodice: Dorothy Shore
Ada Maria Serra Zanetti: madre di Mary
Rodolfo Bianchi: Ernie Ray
Omero Antonutti: Aloise Lange
Fabrizio Pucci: David Byrne
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Premi
Festival di Cannes 2011: Premio ecumenico

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Un film davvero particolare...
Allucinato, cinico, a tratti comico...e potrei andare avanti...
Sorrentino si perde e ci fa perdere e confondere durante la "lunga" narrazione delle vicende dello stralunato/"bruciato" Cheyenne...
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Sean Penn è fantastico... recita praticamente da solo e dicendo pochissime azzeccate battute o versi...
Insomma un film da gustarsi sopportando una narrazione allucinata e soporifera e che si avvale di immensi silenzi...
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Spiegazione del film (gentilmente fornita da Internet):
1) Cheyenne è una rock star in declino, celebre negli anni ottanta come leader del gruppo musicale dei Fellows. Da diversi anni ha scelto un esilio volontario nella sua grande casa di Dublino, dove vive con la compagna Jane. Proprio la compagna e i numerosi fan, che lo vedono ancora come un'icona, cercano di spingerlo a tornare sulle scene, ma lui depresso e ansioso non crede più nel potere taumaturgico del rock. Tra l'altro due suoi giovani fans hanno deciso di suicidarsi dopo che avevano sentito le sue canzoni (ti ricordi il vecchietto che gli dice:"quante volte devo dirle di non venire sulla tomba dei miei figli?")

2) E' una metafora: è la tragedia di un popolo, quello indiano, costretto dall’uomo bianco al silenzio e a vivere nel nulla assoluto delle riserve a loro destinate. Come è una metafora il respiro del bisonte, anch’esso simbolo di uno sterminio subito, che osserva la casa del criminale nazista, simbolo di uno sterminio perpetrato.

3) Perché uccidere un tale mostro sarebbe stato diventare lui stesso un mostro (te lo ricordi il vecchietto nel negozio di armi?) e poi lo ha condannato ad un martirio peggiore: nudo, nella neve e nel gelo. Ti ricordo il girone infernale di Dante... quello dei traditori: il contrappasso dei traditori è il gelo. Innanzi tutto il gelo che avvolge i traditori può essere messo in relazione con il freddo e la durezza "del cuore" necessario a chi compia con lucidità un tradimento, magari nella freddezza della premeditazione, in contrapposizione con il calore umano (o il fuoco della carità, come Dante la ritrarrà personificata nel Paradiso terrestre, sulla sommità del Purgatorio). Inoltre essi rappresentano il massimo della degradazione umana, essendo il loro peccato il più grave dell'Inferno e sono retrocessi nella loro immobilità a "pietre-umane" (pensa al già grave degradamento dei ladri trasformati in serpenti o dei suicidi in sterpi, tutto sommato creature ben superiori alle pietre inanimate).

4) Perché è fuggito il figlio, sempre per "colpa" delle canzoni di Cheyenne. Vuoi sapere perché una madre aspetterebbe anche una vita il figlio che è fuggito? Amore.

5/6) Perché ha fumato la sigaretta offerta dal grassone all'aeroporto (una metafora ovviamente).
Tra l'altro ha preso un aereo (lo avevi notato?) lui che prima ne era terrorizzato.
Perché il suo viaggio è terminato e dopo ogni viaggio si torna cambiati.
Ti ricordi? Lui non aveva mai fumato... la madre alla finestra gli ha detto:"Solo i bambini non fumano".
Lui adesso è cambiato, è diventato un uomo.