Astenersi coloro che ancora non hanno avuto modo di vedere Inception.
Qui di seguito riporterò molte tesi sul finale del film, prese da svariati siti... a Voi la scelta (per quanto mi riguarda dal primo momento ho optato x il "reale")!
"Il Totem di Cobb cadrà, oppure continuerà a girare all’infinito?"
Altri dubbi:
I bambini: sembrano avere la stessa età nel finale e nei sogni di Cobb
La telefonata: Saito davvero ha talmente tanto potere da piegare la legge alla sua volontà?
La trottola: se è il totem di Mal, non dovrebbe funzionare per Cobb
Il limbo: quando Cobb scende dal terzo livello per recuperare Fischer, va nel limbo o in un quarto livello?
Possibili risposte:
Secondo
Michael Caine, il quale, fuggendo qualsivoglia ambiguità, ha inteso dirimere la questione inerente a quell’ultimissima sequenza. E sapete a quante parole si riduce il tutto?
… è reale, perché io non sono mai nel sogno.
Pareri da internet:
-il totem comincia a vacillare mentre nei sogni aveva una rotazione talmente perfetta da apparire subito quasi irreale…
-I bambini sono vestiti uguali ma indossano scarpe diverse
-Per la questione dell’anello: è una osservazione che mi ha colpito molto e anche a me era balzata alla mente l’idea che fosse il vero totem di Cobb: anche perché non può essere un caso che sia presente in alcune scene ed in altre no, è chiaramente una scelta precisa. E cmq nella scena in cui incontra Saito anziano, l’anello ce lo ha ancora, ed ha già detto addio alla moglie, ha già accettato una vita senza di lei. Quindi è significativo, per me, che da quando si ritrova sull’aereo in poi non lo abbia più.
-Per quanto riguarda i bambini, a me erano parsi identici in tutte le scene precedenti e a dir la verità pure nella scena finale- Quindi vedere nei credits 4 attori per interpretarli, di cui due di due anni più grandi dei precedenti potrebbe indicare che quelli della scena finale erano effettivamente diversi.
Screenrant.com tenta di spiegare tutti i punti che potrebbero suggerire un finale non reale. Cobb e Saito tornano dal limbo, l’ambiguità della sequenza finale (dal risveglio in poi) è il colpo di genio di Nolan, ma tutto si spiega. In particolare, i bambini sembrano gli stessi, ma non lo sono, infatti nei credits ci sono due coppie di attori che li interpretano (a 3 e 5 anni). Saito può comprare una linea aerea in pochi giorni, non sembra così inverosimile che possa anche far decadere le accuse contro Cobb con un colpo di telefono (è pur sempre anche un film di fantascienza). Riguardo alla trottola, è vero che è il totem di Mal, ma è anche vero che essendo morta Mal, solo Cobb può sapere come funziona, ammesso che sia quello il suo totem. Un altro elemento che fa propendere Screenrant per la tesi “reale” è la fede di Cobb: la indossa nei sogni e non nella realtà, e nel finale, appunto, non ce l’ha. In molti, infatti, sostengono che sia quello il vero totem di Cobb e che la trottola sia l’ennesimo vicolo cieco in cui Nolan caccia il pubblico.
UStandOut.com è uno dei siti che appunto fa riferimento all’anello come vero totem (almeno per il pubblico)
per distinguere la realtà dalla fantasia, e liquida la questione dei bambini ricordando che mai, nel film, si sa quanto tempo sia passato da quando Cobb è scappato dagli Stati Uniti.
Inoltre, il sito fornisce un interessante grafico esplicativo dei vari livelli del sogno (sotto, nell’immagine), e abbraccia la teoria che il confronto tra Cobb e Mal non avvenga nel limbo ma in un quarto livello del sogno e che poi Cobb scenda ulteriormente a cercare Saito nel limbo. Sembra un dettaglio, ma è uno dei punti più dibattuti (ovvero, meno chiari) del film: a quel punto, è evidente che la confusione tra realtà, sogno e limbo è voluta da Nolan per preparare il finale e per suggerire che, forse, neanche Cobb riesce davvero a distinguere l’una dalle altre.
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In sintesi, per accettare il lieto fine, bisogna fare un atto di fede: la trottola cade, i bambini sono diversi da quelli del sogno (sono cresciuti), Saito è sufficientemente potente da scagionare Cobb, la sequenza sull’aereo è la realtà. Oppure, bisogna fidarsi di Michael Caine.
Dopo aver visto le teorie a supporto del “lieto fine” di Inception, secondo cui Cobb alla fine torna alla realtà, ecco le tesi più interessanti secondo cui il finale è ancora un sogno. E’ interessante il fatto che, una volta messa in discussione la realtà della sequenza finale, è praticamente immediato ipotizzare che anche tutto il resto del film potrebbe non essere quello che sembra.
ReelMovieNews torna sul taglio finale della trottola. Che stia per cadere o no, quanto tempo passa a girare da quando Cobb la fa partire a quando l’inquadratura torna su di essa? Fin troppo per essere reale, visto che in precedenza, si vede cadere piuttosto in fretta. Questo porta a supporre che Cobb sia rimasto nel limbo e che la sequenza del suo risveglio faccia in realtà parte di un ulteriore mondo che la sua mente ha creato per darsi, finalmente, pace.
Più interessante, però, pensare allora che l’intero film sia un prodotto della mente di Cobb, come sostiene anche questo blog su Moviefone. Il modo in cui gli elementi del suo subconscio – e solo del suo - influenzano il mondo dei sogni – che in teoria sono di altri – lascia intendere che sia la mente di Cobb il teatro della scena. Che tutto il film sia il racconto, in realtà, di un elaboratissimo innesto fatto a Cobb (dal suocero? da Mal?) stesso per liberarlo dal suo senso di colpa o risvegliarlo dal limbo. Questo spiegherebbe anche il ruolo di Arianna, troppo brava per essere una principiante, troppo invadente per non avere un secondo fine, quello cioè di far uscire Cobb dal suo labirinto.
Certamente, ripensare Inception in quest’ottica è sconvolgente. Da questo punto di vista, il totem potrebbe essere un elemento ingannevole, un falso, perché prodotto anch’esso dalla mente di Cobb, quindi per nulla indicativo di cosa sia reale e cosa non lo sia.
L’alternativa è che Cobb sia perso definitivamente nel limbo e che, liberato dal senso di colpa, ma incapace di distinguere realtà e sogno, abbia creato un mondo in cui è libero di riabbracciare i propri figli (il simbolo della sua liberazione interiore è il decadimento delle accuse nei suoi confronti, così come il senso di colpa che lo perseguitava era rappresentato dal suo stato di ricercato, anche quello parte del suo sogno). Evidentemente, che la trottola si arresti o meno, non ha più importanza, il cammino emotivo del personaggio di Cobb è concluso.
Slate.com riassume tutte le possibili teorie: se tutto il film è esattamente quello che sembra, ci sono due possibilità, che Cobb torni a casa o che stia ancora sognando, ma solo il finale non sarebbe reale. Se invece Cobb è il target dell’innesto, allora almeno parte delle scene “nel mondo reale” dovrebbero essere sogni di Cobb, l’idea da impiantare nella mente di Cobb è quella di lasciar andare Mal, il finale è reale e l’innesto è riuscito. Oppure, è tutto un sogno, finale compreso.
Oppure, interpretazione metafilmica: tutto Inception è una metafora del fare film: il pubblico è il target, l’innesto è il film stesso, il regista crea il mondo dei sogni e noi, immersi in esso, lo popoliamo con le nostre percezioni. Alla fine, probabilmente, che Cobb sia sveglio o meno importa relativamente. Nolan ci ha raccontato un’altra grande storia e ci ha mostrato anche come si racconta una grande storia, svelandoci come in un making of, cosa deve accadere nella nostra mente perchè essa sia trasportata altrove in maniera convincente, quanto un film deve scavare perchè tocchi la nostra sfera emotiva e quella razionale, perchè non ci abbandoni neanche quando le luci si riaccendono.
----------------Aggiornamento "Settembre 2012"-------------------:
“Inception”: il finale spiegato da Michael Caine
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Durante un programma radiofonico in BBC per presentare la sua autobiografia, Michael Caine si è lasciato sfuggire la spiegazione su quello che avrebbe dovuto rimanere un piccolo puzzle a beneficio degli spettatori, dichiarando che la trottola in effetti alla fine cade, e in quel momento la camera torna su di lui: “ se sono lì è ovvio che sia realtà, perché non ho mai fatto parte del sogno. Sono colui che ha inventato il sogno”.