Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: drammatico, thriller
Durata: 2h09m
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Tom Stern
Musiche: Clint Eastwood
Cast: Cecile De France, Thierry Neuvic, Matt Damon, Jay Mohr, Frankie McLaren, George McLaren, Cyndi Mayo Davis, Lisa Griffiths, Jessica Griffiths, Ferguson Reid, Derek Sakakura, Richard Kind, Charlie Creed-Miles, Lyndsey Marshal, Rebekah Staton
Di seguito un'ottima (anche se eccessivamente cattiva) recensione di Hereafter presa dal sito : http://www.cinemaeviaggi.com/2011/01/hereafter.html....
(...e purtroppo il tempo scarseggia...)
Anno: 2010
Genere: drammatico, thriller
Durata: 2h09m
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Tom Stern
Musiche: Clint Eastwood
Cast: Cecile De France, Thierry Neuvic, Matt Damon, Jay Mohr, Frankie McLaren, George McLaren, Cyndi Mayo Davis, Lisa Griffiths, Jessica Griffiths, Ferguson Reid, Derek Sakakura, Richard Kind, Charlie Creed-Miles, Lyndsey Marshal, Rebekah Staton
Di seguito un'ottima (anche se eccessivamente cattiva) recensione di Hereafter presa dal sito : http://www.cinemaeviaggi.com/2011/01/hereafter.html....
(...e purtroppo il tempo scarseggia...)
Recensione
Clint Eastwood è stato indiscutibilmente un attore di grandi qualità. Anche come regista ha deliziato pubblico e critica con un gran numero di ottimi film. Le aspettative attorno ad un suo nuovo film sono, dunque, sempre molto alte e difficilmente disattese. “Hereafter” è, però, un mezzo passo falso e se non fosse stato girato da Eastwood nessuno lo avrebbe degnato di minima considerazione.
“Hereafter”, parte da un’idea interessante, ma neanche troppo originale: le esperienze ravvicinate con la morte e la possibilità di parlare con le persone defunte. Eastwood non si preoccupa, però, di dipingere l’aldilà come quello rappresentato in “Al di là dei sogni” di Vincent Ward oppure in “Amabili resti” di Peter Jackson. Si concentra, invece, sui protagonisti che vengono segnati dalla morte: soffrono per la perdita di un proprio caro, per il senso di colpa di essere sopravvissuti o per l’inquietudine di aver perso una vita normale a causa di un “dono” non richiesto.
Già dalle prime scene “Hereafter” presta il fianco a facili critiche: la scena dello tsunami è realizzata in modo grossolano con effetti speciali ridicoli. Gran parte della colpa questa debacle è da attribuire alla sceneggiatura di Peter Morgan (Oscar per “The Queen” e “Frost/Nixon”), priva di spessore e di interesse. La storia non coinvolge e non lascia utili spunti di riflessioni. La narrazione degli avvenimenti dei tre protagonisti non è equilibrata e non offre validi elementi che le leghino. Se la storia americana è la più avvincente e prossima alle tematiche di Eastwood, quella francese sembra adattata da un film di Claude Lelouche e quella inglese da un dramma sociale di Ken Loach. Tre storie che singolarmente potevano avere un valore, ma che non si amalgamano, sprovviste di un fil rouge che le rendano un’entità indivisibile. A tal proposito, il finale che le riunisce è scadente, banale conclusione di un film mal strutturato.
Il cast di “Hereafter” vede un buon Matt Damon capace di rendere pubblica una storia intima e drammatica. Se tutto quanto ruota attorno al suo “dono”, straordinario per gli altri ma per sé infausto, regala momenti commoventi, fa sorridere la banale della storia d’amore che nasce dal corso di cucina, pieno di idiozie e luoghi comuni sull’Italia e la sua arte culinaria. Quello che ne viene fuori è peggiore di quanto visto nel film “Lezioni di cioccolato” tra Luca Argentero e Violante Placido. Cécile de France, nel ruolo di Marie, appare confusa per nulla convincente. L’attrice belga, forse, è ancora troppo legata ai ruoli leggeri che le hanno reso giustizia finora. La sua storia, descritta in lingua francese per scelta del regista, è forzata, poco credibile. Le interpretazioni dei gemellini George e Frankie McLaren sono incantevoli quando mostrano la loro intesa e la loro complicità, ma risultano sterili quando i due sono in scena singolarmente.
“Hereafter” è un mediocre thriller new age che rovina pietosamente in un melodramma privo di mordente. Clint Eastwood non poteva certo dare risposte sull’aldilà, ma almeno poteva meglio indirizzare il suo film lungo binari più stabili. Un film confuso e poco intrigante.
Trama
Marie Lelay è una giornalista francese scampata ad uno tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza che l’ha condotta tra la vita e la morte. Inizia ad allontanarsi dal suo fidanzato che non riesce a comprendere la sua difficile situazione. George Lonegan è un operaio americano con il dono di vedere i cari defunti delle persone con il solo tocco della mano. George non vede il suo come un dono meraviglioso, ma come una condanna che non gli consente di vivere una vita normale. Ci prova frequentando un corso di cucina italiana e coltivando la sua passione per i romanzi di Charles Dickens. Marcus è un ragazzino inglese che assieme a suo fratello deve tirare avanti badando anche alla madre tossicodipendente. Il tragico destino lo renderà un bambino ancora più smarrito e spaventato, alla ricerca ostinata di risposte sulla morte e sull’aldilà.
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